di Giuseppe Giorgio
Manlio Santanelli scendendo per un attimo dall’Olimpo dei maggiori drammaturghi europei contemporanei si dedica alla narrativa e quasi portando alla memoria le gesta letterarie del suo virtuale collega e predecessore Anton Checov, regala ai suoi seguaci una serie di stravaganti e paradossali racconti definiti proprio come recita il titolo del delizioso volume edito da Guida, “Mancini”. Ed è cosi che dissertando in maniera profonda e singolare su genitori da latte pronti ad essere sostituiti al momento della loro perdita, alla pari dei denti, su personaggi che hanno dedicato allo studio delle sette note musicali, in misura di una ogni dieci anni, l’intera vita ed ancora su struggenti gabbiani parlanti frutto di umane reincarnazioni, l’autore Santanelli traccia un intrigante percorso che porta diritto al paradosso ed alla corrosiva comicità. Dopo essersi attestato ai vertici della nuova drammaturgia europea con testi come “Uscita d’emergenza” e “Regina madre” l’autore che non evita di dedicarsi alla canzone classica napoletana evocando i momenti canori del grande Roberto Murolo ed alla poesia riportando volutamente in auge lo stile e la tematica digiacomiana, si ripropone così al suo pubblico con questi “Racconti mancini” che, quasi come un crescendo di matrice rossiniana s’insinuano nella mente del lettore fino a lasciarlo quasi esterrefàtto. Profondendo nelle pagine uno stile sottilmente umoristico, Santanelli lascia che la caratteristica primaria della sua scrittura diventi l’analisi di una vita spesso beffarda e solo a tratti pervasa da sottili spiragli di speranza. Considerato come una delle maggiori novità editoriali di questa estate 2007, il libro di Santanelli, sembra distinguersi, dai soliti schemi narrativi per effetto di un’originalità difficilmente collocabile nell’ambito degli estri comuni. Per tutti, una raccolta di racconti da analizzare nella sua inconscia profondità e da tenere bene in evidenza nell’avanzare di una vita sempre più privata di quel grande e salutare elemento chiamato fantasia.
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