giovedì 10 gennaio 2013

Sarah Falanga conquista Paestum con la sua messinscena "Natale in casa di donne"

Sarah Falanga e Giuseppe Martino
PAESTUM - Con “ Natale in casa di donne”, la surreale ed intimistica rivisitazione “eduardiana” vista al Museo Archeologico di Paestum, per l’inaugurazione della rassegna “dal Mito a più Infinito” dell’Accademia Magna Graecia, la regista, autrice ed interprete Sarah Falanga, senza timore reverenziale alcuno, mettendo a confronto i protagonisti di quella “mitica” Natale in Casa Cupiello con  il personaggio di Filumema Marturano, archetipo per eccellenza delle donne di Eduardo De Filippo, sembra tracciare un passionale e psicoanalitico quadretto animato da quelle stesse vittime delle cosiddette tragedie dell’esistenza umana. Preparando una sorta di flash back eduardiano quasi proposto attraverso i fotogrammi di un antico film in bianco e nero che prodigiosamente si anima e vive con l’aggiunta di una buona dose di surrealismo, la regista Falanga a capo della sua giovane compagnia, consegna al pubblico di Paestum, tra cui i sostenitori dell’intera manifestazione: il sindaco di Capaccio, Italo Voza, la direttrice del Museo Archelogico di Paestum, Marina Cipriani, il presidente della Bcc di Aquara, Luigi Scorziello e la dottoressa, Camilla Aulisio, da sempre vicina alle attività dell’Accademia, un avvincente bozzetto drammaturgico che riporta alla luce, tra introspettivi personaggi, miserie ed intrighi familiari, un Eduardo cronista delle interiorità umane. Con la stessa trascinante Sarah Falanga, straordinariamente calata in una sorta di fusione genetica tutta al femminile tra Luca Cupiello e la Marturano ed  i giovani attori provenienti dall’Accademia con sede a Paestum e dal Theatre De Poche di Napoli, tra cui Christian Mirone, Roberta Bonora, Veronica Falcone, Francesca Matrone,  Giuseppe Martino e Damiano Agresti, “Natale in casa di donne”, piace e fa riflettere. Trascinando il “mito” De Filippo in una dimensione ora animata unicamente da donne come le emblematiche “Concetta” e Filumena” ora sostenuta da una temeraria incursione nel mondo ruccelliano, che vede il personaggio di Pasqualino Cupiello,  mostrarsi al pubblico come quel prototipo di “diverso- emarginato” tipico elemento della struggente opera del capostipite della Nuova Drammaturgia Napoletana, la lungimirante messinscena, evidenzia tutto il fermento contestatario di un Eduardo capace di anticipare gli eventi nel desiderio di un costante rinnovamento. “L’unica cosa che conta veramente nella vita di un artista - scrisse Eduardo - è il futuro, e il passato, a insistervi a lungo, limita la creatività e la voglia di essere creativi”. Ed è proprio a quel futuro tirato in ballo dal maggiore dei De Filippo che si aggrappa l’attrice e regista Sarah Falanga, la stessa che, con il suo spettacolo, dove il presepe diventa un elemento esoterico in grado di sprigionare soprannaturale energia,  dimostra di sapere ben lavorare su di un passato teatrale capace ancora di dare vita a nuove tendenze e fenomeni. Nell’offrire al pubblico una sorta di psicoterapia proposta attraverso degli esseri onirici e surreali  Falanga, puntando pure sulle musiche del maestro Giuseppe Mazzillo e le scenografie firmate da Enzo Cursaro,  proietta tutti in una dimensione fatta di stati d’animo ed emozioni sensoriali. E quando alla fine, rileggendo alla perfezione il finale di quella universale “Natale in Casa Cupiello” ricostruendo in scena l’immagine della “Natività” con gli attori che danno vita ad un unico grande presepe dove l’azione dell’adorazione sembra evocare quella beckettiana attesa di qualcuno o qualcosa che intervenga a salvare le sorti del mondo, quell’effetto paralizzante procurato dai testi e dai personaggi di Eduardo sembra definitivamente sconfitto nel nome di un teatro che si rigenera ed evolve nel segno della cultura e dell’innovazione.                                             g.g.

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