di Giuseppe Giorgio
NAPOLI- “Partendo da ‘Il nome della madre’ il mio romanzo pubblicato circa due anni fa, ho realizzato, insieme con Simone Gandolfo, uno spettacolo teatrale dove io resterò ai margini della scena per commentare i vari momenti con delle vere e proprie note pronunciate da qualcuno che vuole rimanere in disparte”. Con queste parole lo scrittore Erri De Luca presenta “Provando in nome della madre” in scena alla Galleria Toledo. Con lo stesso autore ai lati del palcoscenico ed ancora, con l’altro artefice della versione teatrale, Gandolfo nella doppia veste di attore e regista affiancato da Sara Cianfriglia, la messinscena che si avvale delle musiche di Gianmaria Testa, Danny De Luca, Erri De Luca e Fabrizio De Andrè, rappresenta la storia di una donna della Galilea, una ragazza come tante, fidanzata con un giovane falegname che, apparentemente destinata ad una vita di moglie e madre, si trova dinanzi ad un evento straordinario come l’apparizione di un Angelo, che le cambia per sempre l’esistenza. Da normale adolescente, la giovane ragazza, si trova improvvisamente a dover ricoprire il ruolo di “operaia della divinità” attraverso una maternità che la porta, senza rapporto fisico, ad avere un figlio che è suo ma soprattutto di Dio.
Cosa intende raccontare: Provando in nome della madre?
“Semplicemente- risponde Erri De Luca- la gravidanza della Vergine che si conclude con l’atto della Natività. A raccontare una storia essenzialmente d’amore è in prima persona una ragazza madre appartenente ad un terra che scotta non ancora salita sull’altare e che si è trovata a dovere ubbidire ad un comando divino”.
Nel lavoro, accanto alla giovane vergine, si osserva anche un giovane Giuseppe da sempre, invece, immaginato come vecchio ed affaticato.
“Con un Giuseppe giovane, non facciamo nessun torto alla storia perché anche Luca e Matteo nella narrazione dei loro Vangeli, non hanno mai fatto un palese riferimento ad un Giuseppe anziano”.
Duemila anni fa come oggi la storia sembra non cambiare mai. Ed ecco allora rivivere una Natività portatrice di pace in un mondo dilaniato dalle guerre.
“ Infatti è andata sempre così. La violenza e le guerre sembrano la normalità del mondo, solo che nei nostri tempi vi è qualcosa ben peggiore di Erode e dell’occupazione dei soldati romani.”
Chi secondo lei, oggi, potrebbero essere gli Erodi e chi i guerrieri romani?
“I guerrieri romani sono coloro che mandano le truppe in casa d’altri e gli Erodi quei governatori che comandano con l’aiuto di forze straniere”.
Come dovrebbe essere vissuto il Natale oggi e cosa è effettivamente diventato?
“Il Natale, dovrebbe essere ricondotto alle sue origini storiche. Oggi, purtroppo, si assiste ad una festa che è solo dei commercianti e che è diventata l’esibizione dell’abbondanza e del grasso che cola”.
Come si chiameranno nella storia Maria e Giuseppe e su cosa verteranno le sue note parlate a margine”
“Miriam e Josef come nella tradizione ebraica. Nelle mie note parlerò dell’occupazione romana, delle leggi vigenti a quei tempi e della lingua di Israele”.
Con due giovani attori che, così come ha detto ancora Erri De Luca, saranno sempre intensi nella loro interpretazioni, la messinscena che rimarrà alla Galleria Toledo fino al prossimo 14 gennaio, porterà quindi tra il pubblico i tratti di una storia misteriosa raccontata da una giovane madre dei giorni nostri che travalica, in nome di Dio, ogni usanza e legge.
NAPOLI- “Partendo da ‘Il nome della madre’ il mio romanzo pubblicato circa due anni fa, ho realizzato, insieme con Simone Gandolfo, uno spettacolo teatrale dove io resterò ai margini della scena per commentare i vari momenti con delle vere e proprie note pronunciate da qualcuno che vuole rimanere in disparte”. Con queste parole lo scrittore Erri De Luca presenta “Provando in nome della madre” in scena alla Galleria Toledo. Con lo stesso autore ai lati del palcoscenico ed ancora, con l’altro artefice della versione teatrale, Gandolfo nella doppia veste di attore e regista affiancato da Sara Cianfriglia, la messinscena che si avvale delle musiche di Gianmaria Testa, Danny De Luca, Erri De Luca e Fabrizio De Andrè, rappresenta la storia di una donna della Galilea, una ragazza come tante, fidanzata con un giovane falegname che, apparentemente destinata ad una vita di moglie e madre, si trova dinanzi ad un evento straordinario come l’apparizione di un Angelo, che le cambia per sempre l’esistenza. Da normale adolescente, la giovane ragazza, si trova improvvisamente a dover ricoprire il ruolo di “operaia della divinità” attraverso una maternità che la porta, senza rapporto fisico, ad avere un figlio che è suo ma soprattutto di Dio.
Cosa intende raccontare: Provando in nome della madre?
“Semplicemente- risponde Erri De Luca- la gravidanza della Vergine che si conclude con l’atto della Natività. A raccontare una storia essenzialmente d’amore è in prima persona una ragazza madre appartenente ad un terra che scotta non ancora salita sull’altare e che si è trovata a dovere ubbidire ad un comando divino”.
Nel lavoro, accanto alla giovane vergine, si osserva anche un giovane Giuseppe da sempre, invece, immaginato come vecchio ed affaticato.
“Con un Giuseppe giovane, non facciamo nessun torto alla storia perché anche Luca e Matteo nella narrazione dei loro Vangeli, non hanno mai fatto un palese riferimento ad un Giuseppe anziano”.
Duemila anni fa come oggi la storia sembra non cambiare mai. Ed ecco allora rivivere una Natività portatrice di pace in un mondo dilaniato dalle guerre.
“ Infatti è andata sempre così. La violenza e le guerre sembrano la normalità del mondo, solo che nei nostri tempi vi è qualcosa ben peggiore di Erode e dell’occupazione dei soldati romani.”
Chi secondo lei, oggi, potrebbero essere gli Erodi e chi i guerrieri romani?
“I guerrieri romani sono coloro che mandano le truppe in casa d’altri e gli Erodi quei governatori che comandano con l’aiuto di forze straniere”.
Come dovrebbe essere vissuto il Natale oggi e cosa è effettivamente diventato?
“Il Natale, dovrebbe essere ricondotto alle sue origini storiche. Oggi, purtroppo, si assiste ad una festa che è solo dei commercianti e che è diventata l’esibizione dell’abbondanza e del grasso che cola”.
Come si chiameranno nella storia Maria e Giuseppe e su cosa verteranno le sue note parlate a margine”
“Miriam e Josef come nella tradizione ebraica. Nelle mie note parlerò dell’occupazione romana, delle leggi vigenti a quei tempi e della lingua di Israele”.
Con due giovani attori che, così come ha detto ancora Erri De Luca, saranno sempre intensi nella loro interpretazioni, la messinscena che rimarrà alla Galleria Toledo fino al prossimo 14 gennaio, porterà quindi tra il pubblico i tratti di una storia misteriosa raccontata da una giovane madre dei giorni nostri che travalica, in nome di Dio, ogni usanza e legge.
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