martedì 6 dicembre 2011

"Ditegli sempre di sì"...Gigi Savoia Docet



di Giuseppe Giorgio
NAPOLI
- Lo scrittore, drammaturgo e critico teatrale del Corriere della sera, Renato Simoni, nel 1934, nella sua recensione per “Ditegli sempre di sì”, la commedia di Eduardo De Filippo che aveva debuttato due anni prima al Teatro Nuovo di Napoli e che nel frattempo era giunta al Teatro Odeon di Milano, a proposito del protagonista Michele Murri interpretato dallo stesso Eduardo, così scriveva: “Questo Michele, a poco a poco, ingrandendosi, passa dalla semplicità più schietta e calma ai più arditi gradi della ilarità, sfiorando talora la farsa, superandola, per raggiungere il grottesco, mescolando il vero allo sconvolgimento del vero”. Ebbene, a quasi ottant’anni dalla prima uscita con la Compagnia Teatro Umoristico “I De Filippo” e con il grande capocomico ed autore che ancora si firmava Molise, al teatro Delle Palme, dove “Ditegli sempre di sì” è tornata con Gigi Savoia, Maria Basile Scarpetta ed Antonio Casagrande, diretti da Maurizio Panici, quella inquietante comicità fatta di equivoci, malintesi e follia rimane prodigiosamente attuale. Mescolando la pazzia con la normalità ed attribuendo alle sbandate del cervello il compito di sfatare quelle umane convenzioni fatte di realtà camuffate, i due atti di De Filippo rimangono miracolosamente coinvolgenti sfruttando l’antica parabola della verità restituita in vita dalla bugia. Puntando sulle stravaganti sortite di Michele, un uomo appena uscito dal manicomio che nonostante tutti credono tornato da un lungo viaggio ben presto evidenzia il non curato “difetto” di prendere per oro colato qualsiasi pensiero gli venga espresso, la commedia originariamente scritta da De Filippo per Vincenzo Scarpetta, ancora oggi, riesce a proiettare tra il pubblico quella forte luce eduardiana capace di illuminare le miserie e le ipocrisie del genere umano. Conquistando la platea con un umorismo amaro, la messinscena evidenzia la satira di un Eduardo proteso verso il ribaltamento di tutti gli effimeri equilibri sociali. Con Gigi Savoia, sempre più a suo agio tra i personaggi del maestro, che nel ruolo di Michele è ben capace di costruire la figura di un pazzo, misurata ed al tempo stesso efficace, la rappresentazione risulta in grado di mostrare inalterate nel tempo le velleità di una commedia perfetta per forma espressiva e contenuti. E così, celando dietro un carattere apparentemente farsesco un forte monito per una società malata, il significato pessimistico ed amaro di “Ditegli sempre di si”, teso a sconfessare le menzogne degli uomini, anche nella versione vista al teatro Delle Palme, emerge deciso tra ritmi sostenuti e paradossi. Contando sulla presenza in scena di un veterano del teatro di Eduardo come Antonio Casagrande, il quale dopo aver interpretato nella versione televisiva del 1962 della commedia, accanto allo stesso Eduardo il ruolo del giovane Luigi Strada, oggi, nei panni di Vincenzo Gallucci, offre un suo personalissimo e prezioso contributo recitativo, la rappresentazione gode anche delle avvincenti prove di Maria Basile, ben calata nei panni di Teresa la sorella del protagonista, di Massimo Masiello, convincente nel ruolo del giovane poeta nullafacente Luigino, di Renato De Rienzo alle prese con il personaggio di Giovanni Altamura e del resto della compagnia completata dagli affiatati Vincenzo Merolla e Felicia Del Prete insieme con Pina Cutolo, Francesca Ciardiello, Vincenzo D’Aniello, Luana Pantaleo e Massimiliano Rossi. Preso atto delle direttive della regia di Panici che prende in esame quella “logica pazzia” del protagonista così bene descritta da Eduardo con toni comici tendenti al dramma finale e che si adatta spesso ad un’ambientazione dai tratti surreali, come nel caso della famosa scena della poesia di “Proculo”, con il bianco che domina persone e cose e con una tavolata che si avvicina alla leonardesca “ultima cena”, tornando a parlare dell’attore Savoia, lo stesso, rimane felicemente in bilico tra quelle immagini pirandelliane e quella farsa scarpettiana tanto insita nei giovanili testi di Eduardo. Offrendo un corpo ed un’anima all’emblematico personaggio che fa del parlare con le “parole adatte” il proprio verbo, Savoia, con una recitazione mirabilmente giocata sulla mobilità del viso, sui tic e sui continui cambiamenti di espressione, riesce persino ad evocare quel famoso Ciampa del “Berretto a sonagli” giocando con quella stessa immaginaria “corda civile” che l’autore Pirandello definisce utile nel “vestire” e rendere meno imbarazzanti con le parole, le contraddizioni e le incongruenze del vivere. Con l’aggiunta di un accessorio di lusso come gli intermezzi musicali di Antonio Sinagra, ininfluenti sul funzionamento di una già ben accessoriata macchina da palcoscenico e le scene di Renato Lori, “Ditegli sempre di sì”, diverte e fa riflettere così come le gesta dell’autore e la sua battuta: “La causa di tutti mali, dov’è? Nella testa!”

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