mercoledì 5 novembre 2014

Con "Notturno di donna con ospiti" al Teatro Bellini, Giuliana De Sio riporta in cattedra il thriller drammaturgico di Annibale Ruccello

Si resta incantati dinanzi alla messinscena di “Notturno di donna con ospiti” e si rivede l’anima geniale e giovane di quel grande Annibale Ruccello, drammaturgo e profeta.  Tant'è che proprio nella commedia vista al Teatro Bellini con una protagonista come Giuliana De Sio diretta da Enrico Maria Lamanna  è possibile ritrovare il trentenne commediografo ed antropologo intento a riprendere quel discorso bruscamente interrotto da una disperata frenata sull’autostrada Roma-Napoli nel settembre del 1986 ed a recuperare quella dolorosa ricerca di luce  per le sue creature teatrali sempre in cammino verso il chiarore di una società priva di piaghe ed emarginazioni. Descrivendo le azioni di vittime alla deriva fagocitate dal mostro dell’incomprensione umana dinanzi ad un comune destino, Ruccello attraverso uno studio profondo e minuzioso riesce ad esaminare quella atavica sofferenza che per i partenopei si trasforma da sempre in un fatto genetico. Ed è così che ponendo in scena la veglia terrena di un giovane con il grande dono della scrittura teatrale, di un attore e di un regista umanamente preso dalle disperazioni di una Napoli immobile dinanzi alle sue rovine, Lamanna regista, compie una sorta di esplorazione. O, per meglio dire, un'indagine che lo porta a scandagliare mediante una ricognizione erudita sul personaggio, il lavoro di un drammaturgo e studioso che, ancora oggi, si conferma come il migliore cronista teatrale moderno di una società  malata e contorta. Grazie a delle  creature dall'indole noir ed alle immagini di deliri mentali accompagnati da devastanti e degenerative solitudini e grazie al profondo studio della lingua unitamente ad un’attenta osservazione dei  cambiamenti culturali e sociali, a tenere banco sul palcoscenico alla prima di via Conte di Ruvo, è l’investigazione di un commediografo capace di offrire nuova linfa vitale al teatro napoletano e moderni temi di rinnovamento alla drammaturgia italiana ed europea. Esaltando lo spessore metaforico di personaggi per una scrittura possente, tragica e minimale, il lavoro di Ruccello è capace, tra evoluzioni sociali ed ossessioni di vita proiettate dallo stesso drammaturgo nei protagonisti delle sue commedie, di approfondire con garbo e fedeltà i grandi temi della solitudine interiore, dell’emarginazione e del disfacimento della cosiddetta società borghese. Ripercorrendo l’umanità ed il patimento di esseri perseguitati dalle sventure terrene, il lavoro consegna allo spettatore la grande essenza di quella “Nuova Drammaturgia Napoletana” tracciando i tratti di un autore capace di descrivere i cambiamenti culturali di una società devastata dalla televisione e dalla decadenza dell’identità di massa procurata dalle occulte manipolazioni dei mezzi di comunicazione. Dissertando, su quegli esseri ruccelliani divisi tra sogno, realtà, crudeltà e follia, e su quelle creature di un mondo dove le fiabe e la tradizione popolare soccombono dinanzi alla sotto- cultura degli slogan pubblicitari e delle canzonette trasmesse dalle prime radio libere, “Notturno di donna con ospiti” propone tutta la  genialità di un giovane troppo presto scomparso, che più di tutti seppe imporre gli stilemi di un  teatro  fatto di amare risate, emarginazioni, diversità e solitudini di periferia urbana, in lotta contro le devianze  umane  e sociali di un mondo agonizzante. Ed è con queste premesse che parlando della protagonista Adriana, si può affermare che è Giuliana De Sio a coglierne in pieno il vero spirito immaginato da Annibale Ruccello. Insostituibile artefice di un lavoro delirante, l'inesauribile ed emotivamente trascinante attrice porta in scena l’immagine di un autore che meglio di tutti seppe descrivere gli stravolgimenti culturali, linguistici ed antropologici di una società corrotta dai media. Con l’attenta regia di Enrico Maria Lamanna che nulla interpone tra la sacralità del testo ed il trascorrere del tempo, “Notturno di donna con ospiti” nel confondere la realtà con il delirio e nello strizzare l'occhio al cinema thriller degli anni Settanta, riesce a trasmettere ancora integri tutti i frutti di uno studio rivolto alla perdita dei valori sociali e delle identità di massa causata dagli effetti devastanti di una collettività corrotta e manipolata. Ora dolce e sognante, ora spietata e crudele, ora folle e delirante, la commedia che si fa pure forte della straordinaria prova di Gino Curcione e delle efficaci interpretazioni di Rosaria De Cicco, Andrea Venuti, Mimmo Esposito e Luigi Iacuzio, riproduce alla perfezione l’immagine di un mondo isolato e minacciato da un misterioso esterno dove alle arcaiche espressioni della tradizione popolare si contrappongono i “consigli per gli acquisti” ed ai riti liturgici le canzoni trasmesse dalla radio. Una donna allo sbando quella descritta da Ruccello, una donna ammaliata dalla Tv, una donna ferita, gravida e prigioniera, privata della propria personalità e gravemente  malata di solitudine che si dimena tra gli artigli dei modelli culturali imposti dalla comunità. Ed è proprio questa stessa donna, che la De Sio, beneficiando di una regia capace di investigare su di una drammaturgia di rinnovamento, porta in scena oltre che con il corpo con l’anima, esprimendo al meglio, tra atroci e dissennate reazioni e terribili fantasmi del passato, la decisa protesta ruccelliana contro la privazione dei miti sociali e contro la degenerazione dell’immaginario collettivo. In replica fino a domenica 9 al teatro Bellini “Notturno di donna con ospiti” travolge gli animi del pubblico nascondendo dietro l'insanguinato quadro di una tragedia contemporanea quella necessaria catarsi sinonimo di liberazione e riscatto. 

Giuseppe Giorgio

* Articolo apparso sul quotidiano Roma di domenica 2 novembre 2014

 







 

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